1
| 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 | 26 | 27 28 | 29 | 30 | 31 | 32 | 33 | 34 | 35 | 36 |

Capitolo 19
19. Kapitel

Pinocchio è derubato delle sue monete d’oro e, per gastigo, si busca quattro mesi di prigione.
Pinocchio wird sein Geld gestohlen und zur Strafe kommt er vier Monate ins Gefängnis

Il burattino, ritornato in città, cominciò a contare i minuti a uno a uno; e, quando gli parve che fosse l’ora, riprese subito la strada che menava al Campo dei miracoli.
E mentre camminava con passo frettoloso, il cuore gli batteva forte e gli faceva tic, tac, tic, tac, come un orologio da sala, quando corre davvero. E intanto pensava dentro di sé:
— E se invece di mille monete, ne trovassi su i rami dell’albero duemila?… E se invece di duemila, ne trovassi cinquemila?… E se invece di cinquemila ne trovassi centomila? Oh che bel signore, allora, che diventerei!… Vorrei avere un bel palazzo, mille cavallini di legno e mille scuderie, per potermi baloccare, una cantina di rosoli e di alchermes, e una libreria tutta piena di canditi, di torte, di panettoni, di mandorlati e di cialdoni colla panna.

In die Stadt zurückgekehrt, zählte die Marionette die Minuten einzeln. Als es ihm schien, dass der Zeitpunkt gekommen sei, machte er sich der Straße entlang, die zum Feld der Wunder führt auf den Weg.

Und während er hurtig voranschritt, machte sein Herz tik, tak, tik, tak wie eine Standuhr, wenn sie wirklich schnell tickt. Unterdessen dachte er bei sich:

"Und was ist, wenn ich anstatt 1000 Geldstücke, 2000 an den Zweigen des Baumes finde? Oder wenn ich anstatt 2000 dort 5000 finde? Oh, was für ein schöner Herr wäre ich dann! Dann hätte ich gerne einen schönen Palast, tausend Holzpferde und tausend Ställe um ich zu amüsieren, eine Küche mit einem Kaminofen und Likören, so wie ein Buchständer voll mit Süßigkeiten, Torten, Gebäck, Mandelkeksen und mit Rahm bedeckten Waffeln.


Così fantasticando, giunse in vicinanza del campo, e lì si fermò a guardare se per caso avesse potuto scorgere qualche albero coi rami carichi di monete: ma non vide nulla. Fece altri cento passi in avanti, e nulla: entrò sul campo… andò proprio su quella piccola buca, dove aveva sotterrato i suoi zecchini, e nulla. Allora diventò pensieroso e, dimenticando le regole del Galateo e della buona creanza, tirò fuori una mano di tasca e si dette una lunghissima grattatina di capo.
In quel mentre sentì fischiare negli orecchi una gran risata: e voltatosi in su, vide sopra un albero un grosso pappagallo che si spollinava le poche penne che aveva addosso.

Während er noch so vor sich hinphantasierte kam er dem Feld näher und hielt an zum zu sehen, ob nicht vielleicht ein Baum mit Zweigen voller Geldstücke hervorgesprossen sei. Aber er sah nichts. Er machte weitere zwanzig Schritte nach vorne: Nichts. Er betrat das Feld...ging sogar bis zu dem Loch, wo er die Groschen vergraben hatte. Und nichts. Jetzt wurde er nachdenklich und vergaß vollkommen die Regeln des guten Benehmens. Er nahm eine Hand aus der Tasche und kratzte sich am Kopf.

In diesem Augenblick vernahm er in seinen Ohren eine großes Gelächter. Er schaute nach oben und sah auf einem Baum einen Papagei, der die wenigen Federn säuberte, die ihm verblieben waren.


— Perché ridi? — gli domandò Pinocchio con voce di bizza.
— Rido, perché nello spollinarmi mi son fatto il solletico sotto le aIi.
Il burattino non rispose. Andò alla gora e riempita d’acqua la solita ciabatta, si pose nuovamente ad annaffiare la terra che ricuopriva le monete d’oro.
Quand’ecco che un’altra risata, anche più impertinente della prima, si fece sentire nella solitudine silenziosa di quel campo.
— Insomma, — gridò Pinocchio, arrabbiandosi, — si può sapere, Pappagallo mal educato, di che cosa ridi?
— Rido di quei barbagianni, che credono a tutte le scioccherie e che si lasciano trappolare da chi è più furbo di loro.
— Parli forse di me?

"Warum lachst du?", fragte ihn Pinocchio mit gekränkter Stimme.

"Ich lache, weil ich mich beim Säubern unter den Flügeln gekitzelt haben."

Die Marionette antwortete nicht. Er ging zum Mühlbach und fühlte wieder dieselbe Pantine mit Wasser und begoß noch einmal die Erde, die die Goldstücke bedeckte.

Das ertönte das Gelächter erneut in der Stille des Feldes, diesmal noch aufdringlicher als beim ersten Mal.

"Es reicht", schrie Pinocchio wütend, "darf man erfahren, du schlecht erzogener Papagei, über was du lachst?"

"Ich lache über die Tölpel, die sich von denen in die Falle locken lassen, die schlauer sind als sie selbst."
"Sprichst du etwa von mir?"


— Sì, parlo di te, povero Pinocchio, di te che sei così dolce di sale, da credere che i denari si possano seminare e raccogliere nei campi, come si seminano i fagioli e le zucche. Anch’io l’ho creduto una volta, e oggi ne porto le pene. Oggi (ma troppo tardi!) mi son dovuto persuadere che per mettere insieme onestamente pochi soldi, bisogna saperseli guadagnare o col lavoro delle proprie mani o coll’ingegno della propria testa.
— Non ti capisco, — disse il burattino, che già cominciava a tremare dalla paura.
— Pazienza! Mi spiegherò meglio, — soggiunse il Pappagallo. — Sappi dunque che, mentre tu eri in città, la Volpe e il Gatto sono tornati in questo campo: hanno preso le monete d’oro sotterrate, e poi sono fuggiti come il vento. E ora chi li raggiunge, è bravo!

"Ja, von dir spreche ich, armer Pinocchio. Von dir, der du so dumm bist, dass du glaubst, dass man das Geld auf dem Feld ernten und säen kann, wie man die Bohnen und Kürbise erntet. Auch ich habe es einst geglaubt und habe heute keine Federn mehr. Heute, leider zu späte, musste ich mich damit abfinden, dass man, will man ehrlich ein bisschen Geld anhäufen,
man sich dieses verdienen muss. Entweder mit seinen Händen oder mit dem Erfindungsreichtum seines Kopfes."

"Ich versteh nicht, was du sagst", sagte die Marionette, der schon anfing vor Angst zu zittern.

"Geduld! Ich werde es dir genauer erklären", fügte der Papagei hinzo. "Wisse denn, dass der  Fuchs und die Katze, während du in der Stadt warst, zu diesem Feld zurückgekommen sind. Sie haben die Geldstücke genommen und sind dann wie der Wind entwischt. Es wird Zeit, dass du ihnen hinterrennst, viel Glück!"


Pinocchio restò a bocca aperta, e non volendo credere alle parole del Pappagallo, cominciò colle mani e colle unghie a scavare il terreno che aveva annaffiato. E scava, scava, scava, fece una buca così profonda, che ci sarebbe entrato per ritto un pagliaio: ma le monete non ci erano più.
Allora, preso dalla disperazione, tornò di corsa in città e andò difilato in tribunale, per denunziare al giudice i due malandrini, che lo avevano derubato.
Il giudice era uno scimmione della razza dei Gorilla: un vecchio scimmione rispettabile per la sua grave età, per la sua barba bianca e specialmente per i suoi occhiali d’oro, senza vetri, che era costretto a portare continuamente, a motivo di una flussione d’occhi, che lo tormentava da parecchi anni.

Pinocchio stand da mit offenem Mund und wollte nicht an die Worte des Papageis glauben. Er begann mit den Händen und dne Fingernägeln die Erde abzugraben, die er begossen hatte. Er grub und grub, machte ein Loch, das so tief war, dass ein Heuhaufen aufrecht hineingepasst hätte. Aber die Geldstücke waren nicht mehr da.

Er begann zu verzweifeln, rannte zurück in die Stadt, direkt zum Gericht, um dort die zwei Ganoven, die ihn ausgeraubt hatten, anzuklagen.

Der Richter war ein Affe von der Rasse der Gorillas. Ein aufgrund seines fortgeschrittenen Alters, seines weißen Bartes und vor allem wegen seiner goldenen Brille, ohne Gläser, die er schon seit vielen Jahren gezwungen war immer zu tragen, weil er an einer Augenblutung litt, war er ein respektabler Affe.


Pinocchio, alla presenza del giudice, raccontò per filo e per segno l’iniqua frode, di cui era stato vittima; dette il nome, il cognome e i connotati dei malandrini, e finì col chiedere giustizia.
Il giudice lo ascoltò con molta benignità: prese vivissima arte al racconto: s’intenerì, si commosse: e quando il burattino non ebbe più nulla da dire, allungò la mano e suonò il campanello.
A quella scampanellata comparvero subito due can mastini vestiti da giandarmi.
Allora il giudice, accennando Pinocchio ai giandarmi, disse loro:
— Quel povero diavolo è stato derubato di quattro monete d’oro: pigliatelo dunque e mettetelo subito in prigione.
Il burattino, sentendosi dare questa sentenza fra capo e collo, rimase di princisbecco e voleva protestare: ma i giandarmi, a scanso di perditempi inutili, gli tapparono la bocca e lo condussero in gattabuia.

Pinocchio erzählte in Gegenwart des Richters detailgetreu den gemeinen Betrug, dessen Opfer er war. Er nannte den Namen, den Namen und den Familienname der Ganoven, beschrieb ihr Aussehen. Schließlich bat er, Gerechtigkeit walten zu lassen.

Der Richter hörte ihm sehr wohlwollend zu und nahm an der Geschichte einen großen Anteil. Er ward gerührt und empfand Mitleid. Als die Marionette geendet hatte und nichts mehr zu sagen hatte, streckte er die Hand aus und ließ die Glocke läuten.

Auf das Glockengeläut hin erschienen sofort zwei Pitbulls, die wie Gendarmen angezogen waren.

Der Richter sagte zu ihnen, auf Pinocchio deutend.

"Diesem armen Teufel wurden vier Goldstücke gestohlen. Schnappt ihn also und werft ihn sofort ins Gefängnis."

Die Marionette, über die völlig unvorhergesehen ein solche Urteil verhängt worden war, war völlig baff und wollte protestieren, doch die Gendarme packten ihn ohne viel Zeit zu verlieren, stopften ihm den Mund führten ihn ins Gefängnis.


E lì v’ebbe a rimanere quattro mesi: quattro lunghissimi mesi: e vi sarebbe rimasto anche di più, se non si fosse dato un caso fortunatissimo. Perché bisogna sapere che il giovane Imperatore che regnava nella città di Acchiappa-citrulli, avendo riportato una gran vittoria contro i suoi nemici, ordinò grandi feste pubbliche, luminarie, fuochi artificiali, corse di barberi e velocipedi, e in segno di maggiore esultanza, volle che fossero aperte le carceri e mandati fuori tutti i malandrini.
— Se escono di prigione gli altri, voglio uscire anch’io, — disse Pinocchio al carceriere.
— Voi no, — rispose il carceriere, — perché voi non siete del bel numero…

Und dort sollte er vier Monate bleiben. Vier lange Monate. Er wäre sogar noch länger dort geblieben, wenn sich nicht ein glücklicher Umstand eingetreten wäre. Man muss nämlich wissen, dass der junge Herrscher, der in der Stadt Schnappt-die-Doofen regierte, einen großen Sieg über seine Feinde errungen hatte. Deswegen ordnete er große, öffentliche Feierlichkeiten, Festbeleuchtungen, Feuerwerke, Wettrenen zu Fuß und mit dem Fahhrad an. Als Zeichen größtes Jubels aber, wollte er, dass alle Gefängnisse geöffnet  und alle Ganoven entlassen würden.  

"Wenn die anderen frei kommen, will ich auch entlassen werden", sagte Pinocchio zum Gefängniswärter.
"Du nicht", antwortete der Gefängniswärter, "du bist nämlich nicht die richtige Nummer..."


— Domando scusa, — replicò Pinocchio, — sono un malandrino anch’io.
— In questo caso avete mille ragioni, — disse il carceriere; e levandosi il berretto rispettosamente e salutandolo, gli aprì le porte della prigione e lo lasciò scappare.

"Entschuldigung", erwiderte Pinocchio, "auch ich bin ein Ganove.

"Dann habt ihr tausend Gründe", sagte der Gefängniswärter. Er öffnete voller Respekt den Riegel, verabschiedete ihn, öffnete ihm das Tor des Gefängnisses und ließ ihn ziehen.





Kontakt Impressum Datenschutz